Lo strumento penna ha visto numerose trasformazioni ed evoluzioni nel corso della sua storia, alcune peraltro particolarmente rilevanti, come la stilografica, usata ancor oggi dagli scrittori “tradizionalisti” e la biro, inventa nel 1938 dall'ungherese Birò e destinata a diffondersi in tutto il mondo per decenni, senza perdere importanza ancor oggi.
La penna del futuro, o meglio, quella contemporanea, non si “limita” al solo utilizzo nel campo della scrittura: un nuovo strumento ideato dai ricercatori della University of Wollongong del New Galles, consiste in una penna 3D atto alla ricostruzione delle ossa danneggiate, in particolare, permette di rigenerare le cellule ossee.
Si chiama 3D BioPrinting, le penna in 3D, con la quale in futuro i medici potranno inserire direttamente sull’osso danneggiato le cellule staminali compatibili per una ricrescita ossea: una scoperta decisamente rivoluzionaria e quanto mai al passo con i tempi e che affida al 3D ed allo strumento pena, un nuovo traguardo, confermano l'inizio verso nuove frontiere nel campo della medicina e delle alte tecnologie.
Inoltre, la penna in questione è facilmente utilizzabile: in pratica, si riesce a combinare la tecnica della stampa 3D all'applicazione ed alla ricerca delle cellule staminali.
Il principio di 3D BioPrinting è proprio lo stesso della stampa del futuro; inoltre, aggiungendo un uno strato di gel protettivo e mediante una fonte di luce ultravioletta, la penna in questione garantirà la solidità del risultato, segnalando possibili anomalie che “normali” strumenti non sono in grado di segnalare.
Vediamo, nello specifico, il funzionamento del seguente macchinario: il gel protettivo, iniettato dalla parte superiore dello strumento, si dissolve quando le cellule cominciano a moltiplicarsi. In questo preciso istante, si attiva la stimolazione artificiale della crescita delle cellule ossee. Un tipo di trattamento adatto a riparare le ossa e cartilagini gravemente danneggiate, causa incidente sportivo o stradale.
In estrema sintesi, si può affermare come 3D BioPrinting riesca a riunire i diversi progressi scientifici, è la perfetta essenza del binomio tecnologia – medicina: la stampa 3D funge da vera protagonista del futuro, assieme alla perfetta integrazione dell'ingegneria dei tessuti e dei biomateriali.
Uno dei creatori di questa assoluta innovazione, Gordon Wallace, afferma come i materiali strutturali dello strumento in questione, abbiano già fornito soluzioni pratiche alle sfide mediche. Un gioiellino, un macchinario all'avanguardia, sofisticato e semplice nel concept, che influirà a lungo e positivamente nel trattamento di specifiche ferite post-traumatiche.
La penna del futuro, o meglio, quella contemporanea, non si “limita” al solo utilizzo nel campo della scrittura: un nuovo strumento ideato dai ricercatori della University of Wollongong del New Galles, consiste in una penna 3D atto alla ricostruzione delle ossa danneggiate, in particolare, permette di rigenerare le cellule ossee.
Si chiama 3D BioPrinting, le penna in 3D, con la quale in futuro i medici potranno inserire direttamente sull’osso danneggiato le cellule staminali compatibili per una ricrescita ossea: una scoperta decisamente rivoluzionaria e quanto mai al passo con i tempi e che affida al 3D ed allo strumento pena, un nuovo traguardo, confermano l'inizio verso nuove frontiere nel campo della medicina e delle alte tecnologie.
Inoltre, la penna in questione è facilmente utilizzabile: in pratica, si riesce a combinare la tecnica della stampa 3D all'applicazione ed alla ricerca delle cellule staminali.
Il principio di 3D BioPrinting è proprio lo stesso della stampa del futuro; inoltre, aggiungendo un uno strato di gel protettivo e mediante una fonte di luce ultravioletta, la penna in questione garantirà la solidità del risultato, segnalando possibili anomalie che “normali” strumenti non sono in grado di segnalare.
Vediamo, nello specifico, il funzionamento del seguente macchinario: il gel protettivo, iniettato dalla parte superiore dello strumento, si dissolve quando le cellule cominciano a moltiplicarsi. In questo preciso istante, si attiva la stimolazione artificiale della crescita delle cellule ossee. Un tipo di trattamento adatto a riparare le ossa e cartilagini gravemente danneggiate, causa incidente sportivo o stradale.
In estrema sintesi, si può affermare come 3D BioPrinting riesca a riunire i diversi progressi scientifici, è la perfetta essenza del binomio tecnologia – medicina: la stampa 3D funge da vera protagonista del futuro, assieme alla perfetta integrazione dell'ingegneria dei tessuti e dei biomateriali.
Uno dei creatori di questa assoluta innovazione, Gordon Wallace, afferma come i materiali strutturali dello strumento in questione, abbiano già fornito soluzioni pratiche alle sfide mediche. Un gioiellino, un macchinario all'avanguardia, sofisticato e semplice nel concept, che influirà a lungo e positivamente nel trattamento di specifiche ferite post-traumatiche.